Ciclismo Il ciclismo sigillano
Paolo Baldieri
Il Giro ciclistico
d’Italia è l'avvenimento
principe dell'anno, sempre bello e sempre affascinante da quando é
venuto al mondo, nato dal popolo, cresciuto con il
suo favore, illustrato dai suoi entusiasmi, vivificato dalla sua
passione, reso
costantemente grandioso e vivo con il suosoccorso, con la sua fedeltà, con il suo amore.
Non c’é misero morale della nostra penisola che non l'abbia visto passare almeno una volta, che non ne abbia sentito l’eco lontana, che non ne sia stato conquistato per un attimo, per un giorno, per un’ora. I giornalisti, in vena d’espressioni esagerate affermano che è una “corsa commovente” e che “tutto il paese era sulla piazza principale a battere le mani ai bravi e stanchi protagonisti, e li chiamano: <giganti della strada — piccoli eroi della magnifica avventura che si danno battaglia sulle salite e discese, sui rettifili delle contrade più pittoresche d’Italia>.
Ed è proprio sulla piazza principale di Sigillo, un piccolo borgo umbro, che la gente batteva le mani al suo idolo di casa, Paolino Baldieri, iscritto, per la prima volta al Giro ciclistico d’Italia 1925. Paolino era figlio di Niccolò e della maestra elementare Rosa Gaggioli, nato a Sigillo in Via Ippolito Borghesi, n. 25, il giorno 21 febbraio 1902.
Le prime competizioni da dilettante, nei vicini centri di Gualdo Tadino, Foligno, Perugia eTodi, dove ottenne un’infinità di successi, tanto da farlo diventare un “mito locale”. Tanti e tanti altri successi ottenne, ma le cronache del tempo sono talmente lacunose che non siamo riusciti a rintracciare nessuna notizia.
Con l’amico di sempre Severino Marianelli, classe 1900, coetaneo, concittadino e amante di ciclismo, decisero che era giunto il momento di partecipare alla competizione delle competizioni, il XIII Giro d ’Italia - 1925. Di buona lena fabbricarono una bicicletta, fatta in casa, costruita con le loro mani, prepararono anche tutto il necessario per partecipare al giro.
Poiché le notizie erano molto scarse, Adamo Giombetti, sigillano di Villa Scirca, per conto del sodalizio archeologico, ha effettuato una ricerca alla sezione microfilm della Biblioteca Braidense di Palazzo Brera in Milano (il materiale è stato pubblicato nel Grifo Bianco 2001, in uno speciale dedicato a Paolino Baldieri).
In questo giro gli iscritti erano, alla partenza 161. Sport Illustrato e la Gazzetta dello Sport, commentavano: analizzando una vittoria la “grande corsa a tappe” si é conclusa quest’anno con un risultato che se non può più costituire una sorpresa, perché il valore dei concorrenti e del vincitore sono ormai di dominio della folla, deve tuttavia essere giudicata da un punto di vista particolare. La massima gara ciclistica é terminata con il successo di Alfredo Binda, mentre Paolino Baldieri si e classificato al 34° posto della classifica generale. Nella Classifica Juniores, Paolino si classifica 28°; mentre nella speciale classifica “i diseredati” (in altre parole quelli che corrono da soli, perché non hanno ma squadra) si classificò 16°.
Continuando l’attività agonistica, siamo nel 1926, Baldieri divenne il beniamino di Città di Castello, dove, per sua fortuna, conobbe un artigiano di Lerchi, che costruiva biciclette per grandi competizioni, il sig. Gabriele Spapperi.
Tra i tanti corridori che
gareggiavano
con le biciclette da lui costruite c’era anche Gino Bartali. Paolino
s’iscrisse
al giro del 1926, ma non conosciamo nulla di quest’avventura. Finalmente, dopo un duro lavoro di preparazione, il XV Giro ciclistico d’Italia, siamo nel 1927. Paolino Baldieri fu uno dei primi Umbri a partecipare a questa competizione, con uno sponsor: Cicli Gabriele -Lerchi.Sempre da “diseredato” ossia senza una squadra. Il 15 maggio 1927 ha inizio il XV Giro Ciclistico d’Italia, con la prima tappa Milano -Torino di Km. 288. Gli iscritti erano 317, Paolino Baldieri era il n. 154. Emilio Colombo, giornalista della Gazzetta dello Sport, cosi commenta la prima tappa del giro: <ottanta uomini compiono la salita, serrati in un solo plotone. Cosi niente di fattibile e nulla, di fatto, al termine. Il giro vive ora in uno scenario delizioso, anche se il cielo continua ad essere d’umore nero. L'aria è fresca, il terreno un pò umido, simile ad una pista di terra battuta. Caimmi, Del Mastro. Del Taglio, Gremo Felice, Bertolazzi, il tenace Canepari si prodigano con brio al comando. Pogno (Km. 116,7), è raggiunta alle 8,52. Le montagne russe continuano anche verso Borgosesia, il forte isolato Baldieri cade e viene amorosamente curato dopo un capitombolo (escoriazioni varie in tutto il corpo con sospetta contusione toracica di alcune costole), Del Taglio è fermo. Orioli, Sestetti, Pizzarelli e altri minori remano lungo la Cremisina che e stata energicamente abbordata da Binda Junior. Si giunge a Ramagnano (Km 141,8) alle ore 9,30. Per la cronaca siamo passati a Gattinara alle 9,40. Vuol dire che sono stati persorsi 145 Km, in 4 ore e 37 minuti. E via verso le alture del Biellese.
A Lessone si comincia di nuovo a correre in
discesa e gli staccati rinvengono tutti. Riprende anche Robotti, il
quale ci grida
“una volta a questa media, dopo 100 Km, dal via i leaders erano 8 o 10,
oggi
sono 80”, mi potete spiegare il problema? La media e stata sempre
superiore a
30 Km. orari. A Torino la volata e limpida e fotografa le condizioni di
freschezza dei singoli, Binda vince da lontano su Bonvicini il quale e
inseguito invano da Pancera. Fra Binda e Bonvicini corrono cinque o sei
buone
macchine e due o tre fra Bonvicini e Pancera. Il nostro Paolino arriva
nel
terzo gruppo, acciaccato, ma, pronto a riprendere la corsa. Sempre
dalle pagine
della Gazzetta del 6 Giugno 1927, apprendiamo: tra le file dei minori
del Giro.
Il XV Giro ciclistico d’Italia ha battuto il record degli arrivati,
cosi come
ha battuto quello dei partiti. Ma se sotto il secondo aspetto si è
fatto soltanto
un passo avanti, sia pure notevole, rispetto alla massima cifra
precedentemente
registrata, quanto ai superstiti si è raggiunto quasi il doppio. Mentre
si sono
avuti quest’anno 317 iscritti, contro i 206 del 1926, coloro che hanno
raggiunto domenica l’ultimo traguardo, sono stati 80 (Paolino Baldieri
80°
classificato a 21, 21, 10 dal vincitore Binda). La “Maglia Rosa” simbolo
di
distinzione del capolista della classifica generale fu istituita nel
1931 ed il
primo corridore ad indossarla fu Learco Guerra. Nomi a noi conosciuti
sono: i
marchigiani Lorenzo Leoni di Cagli e Giovanni Petrujo di Fabriano; gli
umbri
Vindicio Tucci di Temi e Paolo Baldieri di Sigillo. Paolino Baldieri da
Sigillo, per queste affermazioni sportive si merito l’appellativo di
<L’uomo
di bronzo>. La sua attività sportiva proseguì, a livello agonistico
partecipando a gare d’elite, ma soprattutto cercando di avviare a
questa
disciplina i giovani sigillani, il suo allievo preferito fu Alberto
Palanga. La
Regione dell’Umbria, per ricordare i cento anni di attività della
Federazione
ciclistica 1885 — 1985, ha dedicato, alla memoria, una targa ricordo a
Paolo
Baldieri, ritirata dai figli Rosa e Pietro.
Nel giornale “ La Locca” del 26 luglio 1948, numero unico, stampato al posto del GrifoBianco, leggiamo questo articolo: Incontro con Paolino Baldieri. Oggi, per iniziativa di alcuni autentici appassionati della bicicletta, avremo a Sigillo la corsa ciclistica. A noi sembra doveroso ricordare da queste pagine Paolino Baldieri, il nostro buon amico scomparso qualche anno fa (1943), e vorremmo che appunto nel suo nome si corresse questa gara ciclistica.

