PoesiaPoesie e prosa dei nostri scrittori sigillani.

VESPRO A VAL DI RANCO

Vasto silenzio e il sole
inonda la valle serena,
impeto di verde lussureggiante
che lambisce arazzi d'azzurro,
garrenti tra nubi festanti
sulla corrida del cielo.
La solitudine rosa
nel respiro del vespro
e l'odore silvestre della terra
affollano lontananze
e ineffabili ricordi.
Tra cielo e terra,
da cui erompe l'alito del mare,
nitida si staglia,
come rondine in volo,
la croce della piccola chiesa
della Val di Ranco.
Con dolce chiarezza i faggi,
giganti a lei d'intorno,
vibrano eterne melodie.
E sale il canto
nel pacato tramonto
ai confini del cielo.
Igino Giovannini
 


SERA A VAL DI CHIASCIO

Sospesa all'orizzonte
incommensurabile plaga
d'evanescente tramonto,
ove calante luna di topazio
si staglia a cerchio
e trascolora.
Cime attonite nella silente magia
di bucolici ascolti.
Giuochi d'ombre nei boschi,
sfumati contorni alle radure.
Stracci multiformi di nebbia,
in ridda allucinante,
sul pigro serpeggiare dell'acqua
al fondo della valle.
E più lontano,
dalle, rovine d'antica torre,
cupo fantasma su un cielo d'ardesia,
quello strano uggiolare dei cani
ai margini della notte.
Solitario m'ammanto d'oscuro
e ascolto voci chiare
in memore silenzio.
 Igino Giovannini
 


LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO

Un giorno un uccellino poverello,

senza colori sul grigio mantello
si lamentava, guardando il creato,
perché gli fosse mai stato negato
d'aver piume d'acceso colore
e del bel canto le doti canore.
S
orrise il buon Dio, e a sé poi chiamò
quell'uccellin di niente dotato:
_ Un giorno _ gli disse _ un dono tu avrai,
quando un gesto d'amor Farai _.
Passarono gli anni, morì l'uccellino,
figlioli e nepoti nacquero, insino
a quando un giorno di pioggia e di vento
la terra, urlante per magico evento,
sinistro scendea sul tetro Calvario
di tragica scena il nero sipario.
_ Ho sete! _ disse il divino Morente.
Nessuno raccolse il grido dolente.
Ma un uccellino, venuto dal cielo,
d'acqua una stilla, colta a uno stelo,
sull'arida bocca pose tremante.
Un lieve sorriso, e quasi all'istante
di sangue una goccia dal volto divino
sul petto calò di quell'uccellino.
E da quel giorno, macchiati di rosso,
volarono i figli del pettirosso,
contenti e grati per divina magia
d'effondere in cielo una dolce armonia.
Igino Giovannini

 



 
MELODIE D'ALTRI TEMPI

Cantava il torrente nel sinuoso alveo
cantava il vento tra vicoli e viottoli.
La natura si specchiava nei ruscelli
delle acque fresche e chiare.
Cantava a tarda sera il mietitore,
i boscaioli dai dolci pendii rispondevano
mentre l'aria frizzante della sera
recitava una preghiera
e l'ora del Vespro scandiva una campana.
Musiche e suoni, dolci sussurri
divine arcane intonazioni
connubio delicato di mille suoni
che inneggiano all'unisono le note
della madre natura creatrice
d’infinite meravigliose armonie.
Luciano Paci



A CONVERSARE

A conversare
ritrovarsi ancora
su spalliere di luce
tutti insieme
quanti amammo
queste pietre imbiancate
dalla luna
tiepide al caldo fiato
della notte
a risentire
sopra i nostri pensieri
la cadenza dei passi
dentro i giovani miti
che ritornano
nei racconti d'infanzia.
(Una lucciola mite
appare e sfugge
sulla sua vela
pallida di luce
e dal fieno stroncato
alle giunture
dalla falce recente
esce tremando il grido
dei grilli innamorati
alla deriva
nella follia notturna:
raro al suo canto
l’usignuolo esalta
A Simone Bartoletti e Raoul Braccini
e a quanti amano le vecchie pietre
del Ponte Romano sulla Flaminia
dentro le foglie tremule
del pioppo
la struggente allegria
della sua solitudine)
Banale ora d'estate
così piena di pause
e di parole
e pure così vera
sopra Parco di pietra
che ha congiunto
lunghe stagioni
ad uomini
con il segno preciso
che si traccia
dalla vita alla morte
mentre assillante
un desiderio preme
sulla creta che è in noi'
perché in altri almeno
rimanga una memoria.
E in questa ritrovarsi
nelle ore pulite
della notte
senza grido
né canto
né parole
ma sereni
nel silenzio più vero
d'infinite stagioni.
A. Aleandri

 



 VAL DI RANCO

Dolce valletta amata
 umilmente nascosta fra le sterili giogaie
dei nostri monti!
Solo dopo l'ultimo tornante
della lunga ascesa,
ti sveli all'improvviso
nel pien della tua bellezza naturale
tutta ammantata dal verde dei tuoi prati
ricolma di fiori
dolcemente ti snodi
sotto la protezione dei faggi secolari.
Sempre sereno e riposante
il lento trascorrere del tempo
nel tuo abbraccio tenero e sincero.
Vero rifugio ed eremo di pace
per l’uomo stanco.
Noi che ormai siamo diventati la tua gente
ti promettiamo vigile difesa
perché danno a te non venga mai
da furia moderna
a deturpare tanta bellezza.
Pio Tesei



STELLA CADENTE  

Ho veduto cadere una stella

mentre stavo sognando di te.
Traverso vasta zona del cielo
ch’era tutto di palpiti ardente.
Fior staccato da l'esile stelo,
da qual mano leggera e sapiente?
Per qual festa? per quale convito?
O per quale messaggio d'amore?
Si perdé nello spazio infinito,
seminando un argenteo bagliore.
Ho veduto cadere una stella
mentre stavo sognando di te!
Io guardavo nel cielo profondo;
c'era lunge un notturno cantore;
e in un sogno soave e giocondo
si cullava l'indocile cuore.
Quando vidi la stella cadere
tutta l'anima mia la seguì;
e il labbro, proteso a vedere,
osò dir: - dunque sì?  dunque sì?
Ho veduto cadere una stella
mentre stavo sognando di te.
Via fuggendo brillava brillava,
allietando la pia vastità!
E il mio timido cuor palpitava
di timore, speranza: chi sa?
Oh! nel glauco tuo sguardo potessi
offisar le pupille, così
come guardo le stelle, e vedessi
che anche tu mi rispondi: sì, sì!
Joele Agostinelli



BIMBI BUONI

Tanti amorini, che il cielo rinserra,

folleggiavan tra nubi azzurre e rose,
allor che Dio, un dì, a tutti quanti impose
di volare quaggiù verso la terra.
- Che cosa volete con voi portare,
che del cielo vi faccia ricordare? -
- Degli angeli il canto! - dissero quelli.
E Dio creò meravigliosi uccelli.
Chiesero altri: - Del cielo i bei colori! -
E Dio creò più variopinti fiori.
- Il più grande azzurro per ricordare! -
E Dio creò l'immensità del mare.
Ma i più piccini, graziosi e buoni,
scegliendo tra i vari, infiniti doni,
d'amore vollero le più alte fiamme.
Sorrise allora Iddio e creò le mamme.
Igino Giovannini

 



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